‘Come dici? 46? Dici davvero? Sono arrivata a 46 anni? Caspita, nemmeno me ne sono accorta e un altro anno è volato (che balla tremenda…di questo anno poi è impossibile non accorgersi)’.
Ma 46 è il numero di Valentino Rossi, forse dovrei leggerci la promessa di un anno ai 300 all’ora, fatto di derapate, pieghe, curve strette e traguardi da raggiungere un giro dopo l’altro. O magari potrei affidarmi alla smorfia napoletana che suggerisce che il 46 sia la moneta sonante e che quindi potrebbe presagire guadagni e ricchezze. Oppure fare un salto indietro con la memoria e recuperare dalla tavola periodica l’elemento il cui numero atomico corrisponde a 46 che è addirittura il palladio, indubbia prospettiva di un anno prezioso e raro con rischi però di intossicazione nel caso di abuso come insegna Tony Stark in Iron Man.
Pensarlo semplicemente come una sequenza di 365 nuove opportunità da selezionare, cogliere e godere mi sembra fin troppo facile.
‘Come dici? Una promessa? Che promessa devo fare? Una promessa per il nuovo anno che mi traghetterà dai 46 ai 47? Ma a chi vuoi che interessi? Come sarebbe a dire che non mi devo preoccupare ed è sufficiente che interessi a te?!?’
Va bene, allora la faccio. Prometto di iniziare la maggior parte dei giorni con il sorriso e quelli nei quali non sarà possibile di recuperarlo almeno dopo la prima tazza di caffé. Prometto di rispettarmi, nelle mie idee, nei miei sentimenti e nelle mie debolezze, non rinunciando ad essere me stessa per convenienza, opportunità o paura. Prometto di ascoltare, con le orecchie, con gli occhi e con tutti i sensi, il mondo attorno a me e di cercare di capire e quando non ne fossi capace di non rinunciare a comprendere ma impegnarmi di più per farlo. Prometto di parlare di meno quando le parole sono di troppo, di parlare meglio quando le parole possono ferire e di parlare più piano quando l’entusiasmo scioglie le briglie della mia lingua. Prometto di non promettere a vuoto, rinunciando a farlo quando l’obiettivo non è alla mia portata. Prometto di respirare di più, più lentamente e più profondamente, finché il battito non avrà quella cadenza rassicurante da cui farmi cullare. Prometto di lasciare i miei figli liberi di crescere, vigilando il necessario e intervenendo quando opportuno, senza distogliere mai l’attenzione ma senza sostituirmi a loro per ambizione, aspettativa o timore. Prometto di ‘essere figlia’ il più possibile. Prometto di far scemare la rabbia nel tempo di una bella canzone. Prometto, qualora succedesse, di soffrire senza vergogna, di chiedere aiuto senza imbarazzo e di rialzarmi ridendo. Prometto di guardarmi allo specchio, soffermandomi sui dettagli che mi piacciono e sorvolando sulle imperfezioni che mi rendono semplicemente umana. Prometto di amare con entusiasmo. Prometto di ridere il più spesso possibile. Prometto di inseguire le mie passioni, coltivarle, farle crescere, dare loro lo spazio e il tempo per esprimersi e sentirmi felice. Prometto di rinunciare solo quando non vedrò più alcuna possibilità. Prometto di non dare troppo per scontato. Prometto di dire un ‘ti amo’ o un ‘ti voglio bene’ in più, mai uno in meno trattenuto dalla paura del giudizio. Prometto di viaggiare, quando sarà possibile e tutte le volte che sarà possibile. Prometto di essere me, sempre e comunque, nella forma e nel contenuto.
Ecco l’ho fatto.