«Ehi Lo’, mi è capitata una cosa strana». «Cosa Gli’? Racconta, che di strano c’è poco che possa ancora stupirmi.» «Stanotte ho fatto un sogno. Ero in mezzo a un sacco di gente, voci di sottofondo, musica, rumori di macchine, bambini strillanti, cani abbaianti e poi ancora musica…» «Insomma il solito caos della vita, Gli’, fin qui nulla di strano» «Ecco, lì in mezzo l’ho visto» «Chi hai visto?» «Lui. Cioè quello che era l’ex ‘lui’, quello che era il ‘tuo lui ‘prima di essere ‘il lui di un’altra’…insomma hai capito Lo’» «Sì, Gli’ ho capito, ma anche fin qui nulla di strano, sempre la vita è. E quindi cosa succedeva…che adesso mi hai resa curiosa…». «Nulla di ché Lo’, semplicemente io ero incazzata. Ma sai quella rabbia che ti prende in fondo allo stomaco ed è meglio non parlare che altrimenti sono danni? Ecco, e così l’ho solo guardato.» «E cosa hai visto Gli’?» «Nulla. Solo la mia rabbia. Poi ho visto te, da una parte, sorridevi.» «Bene, sai che non mi piaccio quando non sorrido. La vita non è a misura mia senza il mio sorriso.» «Sì, lo so Lo’, lo conosco bene il tuo sorriso e anche il resto». «Ma dimmi, Gli’, era felice?» «Non lo so, Lo’, forse. Credo.» «Bene, l’importante è quello.» «Ma come Lo’? Non mi raccontare la favola del ‘vissero tutti felici e contenti’ non ti si addice. E’ un insulto alla tua intelligenza.» «No, Gli’, non ti racconto nessuna favola (anche se non ho smesso di sperarla la favola per me). Semplicemente, la felicità non è pericolosa, non fa danni. Se si è felici si è troppo impegnati a godersela per fare casini. Il vero problema è l’infelicità. Quella crea scompiglio, ribalta le coscienze, rende irrequieti, contamina e inquina ciò che trova sul suo cammino. La felicità ci rende migliori, l’infelicità no di certo. » «Ma Lo’, uno come fa a sapere di essere veramente felice e non credere solamente di esserlo?» «Gli’ hai presente quella sensazione, ammetto rarissima, ma assolutamente reale – io l’ho provata un po’ di volte nella vita-, che provi quando ti senti perfettamente al posto giusto, nel momento giusto, con il vestito giusto e il tuo sorriso migliore? Ecco, la felicità vera è quella roba lì, quella sensazione che ti impegna tutto il cervello e non c’è una virgola fuori posto, una cosa che vorresti diversa, ma c’è solo il tempo che vorresti infinito in quella esatta forma lì.» «Ma è tanta roba, Lo’. Non credi sia un po’ impegnativo circoscrivere la felicità a questo?» «Sì, Gli’, è impegnativo, eccome, ma la felicità non è una cosa da tutti i giorni, come qualcuno erroneamene crede: per tutti i giorni ci sono gli sprazzi di gioia, gli scoppi di risate, i sorrisi a fior di labbra, la sensazione di stare bene ed essere ‘in bolla’ con il mondo. La felicità è una cosa seria, non ci si può prendere gioco di lei, fingerla per apparenza o convenienza, la felicità va coltivata giorno dopo giorno, bisogna prendersene cura, non darla per scontata se la si raggiunge, è un lavoro da certosini, che non si lasciano sfuggire alcun dettaglio.» «Non lo so allora se era felice.» «Non puoi saperlo, Gli’, nessuno può sapere se qualcuno è davvero felice. Già tanto sarebbe se uno lo sapesse per sè.» «E allora perché me l’hai chiesto?» «Perché chiederti com’era vestito non aggiungeva nulla al tuo sogno.» «E tu, Lo’, sei felice?» «Diciamo che il tuo affetto per me, mi ha regalato un sorriso radioso per i prossimi giorni. Sul resto, ci lavoriamo, come certosine Gli’, un passo dopo l’altro e soprattutto con i piedi ben piantati a terra e senza bisogno di sognare ad occhi aperti.»