Non smetto mai di parlare.

Today is my day – anno 2023

Oggi è il mio giorno e così sono 49 gli anni, uno in meno al mezzo secolo, che prevederà festeggiamenti stile regina Elisabetta, quando ancora si inneggiava ‘God save the Queen’ e Carlo era un aspirante al trono un po’ antipatico e noiosetto a dirla tutta (la corona gli ha concesso un’aria più simpatica e ha mosso a tenerezza la sua fermezza nell’accettare il ruolo che tutti si aspettavano passasse per direttissima al già re nell’animo, oltre che nei lineamenti, William). Ma non perdiamoci in divagazioni inutili e torniamo al MIO giorno, l’unico nell’anno, che ricorre ogni altri 365 e che mi concede il lusso di sentirmi regina ed esibirlo con noncuranza dalla sveglia fino all’ultima ora della notte.

Ho già pronte le candeline, da accendere, soffiare e poi riporre ogni volta che se ne presenterà l’occasione durante la giornata; ho già pronti i ringraziamenti e i sorrisi per chi mi dedicherà un pensiero, un messaggio o una chiamata; ho già pronto lo stupore per i regali che riceverò e l’emozione che si prova quando accade qualcosa di speciale; ho già pronti i pensieri belli e relegato in un anfratto della mente quelli brutti per assicurare al mio sorriso tutta l’energia per risplendere; ho già pronta la gioia di riconoscermi ancora nei miei panni; ho già pronte le risate, ingrediente essenziale per ogni festa che si rispetti; ho già avvisato la mia nutrizionista per i dolci ai quali non potrò sottrarmi per una opportuna celebrazione di una giornata così importante.

Festeggiare è l’occasione per riflettere e i miei 49 anni mi concedono il privilegio di comprendere quanto sia importante essere felici di ciò che si ha e non infelici per ciò che non si ha. Ci sono cose di cui non potrò mai godere, ma sono tali e tante quelle di cui beneficio ogni giorno che sarebbe un vero spreco di felicità non gioirne in maniera adeguata. Ho due figli meravigliosi, la mia forza e il mio equilibrio, che mi piace veder crescere e allontanarsi da me per conquistare la loro indipendenza, ma sapendo che rimarrò sempre il loro porto sicuro, a cui ritornare per bisogno, stanchezza e amore; ho le amiche di sempre che mi sono vicine e a cui sono vicina, che danno alla mia vita un senso che va oltre il nucleo familiare e di cui non potrei fare a meno; ho ancora la mia mamma, per la quale preoccuparmi, arrabbiarmi, soffrire, che però mi concede il regalo di essere ancora figlia; ho chi mi affianca nella vita che mi fa ridere tanto (e questo molto spesso è più che sufficiente o anzi è una fortuna sovrabbondante); ho tanti altri esseri umani meravigliosi e meravigliosamente diversi tra di loro che popolano il mio universo, tali da farlo sembrare quasi un multiverso.

Ma non solo.

Ho il mio computer, strumento fedele per esprimere i miei pensieri, le idee, i sogni e i progetti, il mio terzo figlio (qualcuno azzarda) – e forse un po’ è così, a mia misura, bistrattato nell’ordine, ma costante presenza delle mie giornate; ho il mio Google Calendar, anzi ‘i miei’ Google Calendar che mi ricordano date, appuntamenti, programmi, concedendo un po’ di tregua alla mia memoria; ho Netflix, Prime e Disney Plus per avere la certezza di aver sempre pronta una nuova serie da guardare (ma che quasi mai di fatto guarderò) nel caso avessi un momento da riempire; ho almeno cinque paia di Birkenstock (e non storcano il naso i puristi del sandalo) con cui stare al mondo nei mesi più caldi, senza perdere l’opportunità del miglior abbinamento possibile; ho gli occhiali rossi, incapaci di passare inosservati, ma ho anche uno zaino rosso per i viaggi e un abito rosso, anzi due, perché sono cresciuta nel mito di Valentino, quando le sfilate le chiudeva in red; ho una custodia morbida per libri, regalo anticipato per il mio compleanno, piena di papaveri e pronta ad accogliere le vite in cui immergermi; ho migliaia di chincaglierie, ciascuna con la sua storia, ciascuna con il suo desidferio.

Ma non solo.

Ho la testa ancora piena di sogni, ma non quelli impossibili o irrealizzabili, andare sulla luna non mi interessa, una villa con piscina a Beverly Hills neppure, ma in fondo nemmeno un attico a New York o fare il giro del mondo in 80 giorni (fossi matta: 80 giorni micca mi bastano per saziare la mia curiosità e la mia sete di bellezza!). Ho sogni piccoli e grandi che quotidianamente inseguo, ho smesso di soffocarli in cassetti troppo stretti o polverosi, li lascio vagare in testa finché non trovo il modo di realizzarli. E allora viaggio, visito città, mostre, vedo spettacoli, esco a cena e scopro posti inaspettati, mi stupisco, sorrido, mi arricchisco di ricordi e cose belle. Possibilmente condividendo le esperienze con chi vuole esserci, perché tutto si fa da soli, ma insieme è molto meglio.

Ho quel senso di sazietà che si prova dopo un pranzo buono e ricco.

Ho la voglia di guardarmi allo specchio, sistemarmi il ciuffo sempre più ribelle, darmi un filo di matita e una passata di mascara per sentirmi ancora più bella, trascendendo i difetti, le rughe, le pieghe, quello che non è perfetto e mai lo sarà. Ho la voglia di vedermi negli occhi degli altri, senza paura del giudizio, con la sicurezza che possano vedere null’altro di ciò che sono, che piaccia o no.

Ho le mie passioni (e ogni anno lo scrivo, lo so, ma l’importanza di averle la riconosce solo chi ne ha altrettante) e coltivarle, con determinazione, tenacia, talvolta fatica, ma tanta soddisfazione mi rende felice. Non saprei farne a meno.

Ho ancora otto ore del mio giorno da godermi e lo farò nel migliore dei modi, con alcune delle persone più importanti della mia vita e non mi farò scappare alcuna occasione per sorridere ed essere felice.

Con affetto. Sempre io.

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