Non sei mai stato un ‘piano B’. No, caro amore mio, il tuo essere figlio arrivando dall’altra parte del mondo non è mai stata una soluzione necessaria, ma una scelta consapevole e assolutamente voluta. I tuoi tratti diversi dai miei li ho desiderati, cercati e accolti senza alcuna indecisione. Non sei mai stato l’alternativa, sei sempre stato la mia scelta, il mio amore. Che tu non arrivi dalla mia pancia non ti rende per me diverso in alcun modo da tuo fratello che di lì è passato, sono stati nove mesi di crescita, sì è vero, di protezione, di attesa, ma i quasi quattro anni in cui ti ho aspettato ti assicuro che hanno contato altrettanto…se non di più. Cercando, ogni tanto, di ignorare il pensiero per non farmi assalire dalla paura di non poterti stringere, ma aspettandoti ogni giorno e immaginandoti ogni momento. Sei talmente ‘mio’ da dimenticarmi persino che non condividiamo lo stesso patrimonio genetico e scontrarmi con la tua necessità di mettere in fila le cose mi stupisce quasi…sei mio figlio, quello piccolo, il figlio minore (tanto quanto tuo fratello è il figlio maggiore), cosa non ti torna? Sono sicura che quello che non torna non è l’amore che ti circonda, ma lo so che c’è un pezzetto che manca e che io non posso aggiustare. Quel vuoto dal tuo primo vagito al momento in cui hai percorso le strade di Ha Noi su un taxi azzurro.
Tu sai chi sei e da dove vieni e con orgoglio racconti la storia della tua adozione, di quel viaggio che mamma, papà e Pietro hanno fatto per venire a prenderti. Guardi le foto di quei momenti e sorridi…tu piccolino nelle braccia che ti hanno accolto e mai più lasciato. Ma per arrivare a quel momento c’è uno strappo con cui devi fare i conti, c’è qualcuno che ha rinunciato a te perché potessi esserci io, c’è una donna che non ce l’ha fatta a diventare madre lasciando quel ruolo a me. E con quel buco i conti ce li devi fare tu. Io posso starti vicino e darti la mia lettura: quella di un paese lontano dove il senso di comunità è così forte da rendere l’abbandono un atto di amore nell’affido di una creatura a chi se ne saprà prendere cura. Nelle scelte ci sono sempre più facce e non è detto che quella più evidente sia la principale: decidere di non diventare genitore di chi si è messo al mondo, alle volte è proprio la scelta migliore per quell’essere che potrà trovare cura e amore altrove. E in quel tuo ‘altrove’ c’eravamo e ci siamo noi: la tua mamma, il tuo papà e il tuo fratellone.
La crescita obbliga ad un percorso di costruzione della propria identità e, se non fosse così complesso (per chiunque) capire chi si è, imparare a conoscersi dentro e fuori delineando i propri confini nel mondo, provare ad accettarsi e magari anche a piacersi, sarebbe il viaggio più bello che si possa fare. Quello che devi sapere è che, anche quando penserai o ti sembrerà di essere solo, non lo sarai mai veramente, perché io non mi allontano di un millimetro da te, sono qui, accanto a te, pronta a sceglierti ogni giorno, perchè tu non sei mai stato un ‘piano B’, sei semplicemente il mio amore. E quando questo ti sembrerà non essere sufficiente per spiegare, capire e accettare i tuoi occhi mandorla, la tua pelle dorata e quell’accudimento mancato in culla mi auguro che avrai semplicemente il coraggio di essere figlio e di abbandonarti a quell’amore che ti circonda e che è il più grande dono che posso farti… pur sapendo che chi ti ha messo al mondo ha fatto, prima a te e poi anche a me, un dono ben più grande e immenso, regalandoci la possibilità di essere ‘noi’ per sempre.