Non smetto mai di parlare.

Che figata!

Anche questa avventura si è conclusa e, almeno per il momento, smontiamo la scenografia, distribuiamo oggetti ai rispettivi proprietari così che le case riacquistino tavoli, sedie, libri, tovaglie e quanto, per un po’, ha fatto parte di una vita immaginaria, ma non per questo meno vera.

Ogni spettacolo che si conclude lascia uno strascico di adrenalina per giorni, quell’emozione bella che ti porti dentro e ti fa sorridere a casaccio anche nei giorni di pioggia. Quella sensazione di aver fatto qualcosa di straordinario e soprattutto di far parte di qualcosa di straordinario. E così è stato anche questa volta. Un percorso che dura mesi, fatto di incontri, prove, fatica, studio, ma anche tante risate e occasioni per stare insieme e che si conclude…con un bombolone al Miky 2, perché ‘senza’ non è la stessa cosa. E tra un morso e l’altro si parla di nuovi progetti, nuove idee… e la sensazione è che, purché si stia insieme, tutto sarà bellissimo. Ognuno con la sua vita, ognuno con la sua testa, ma tutti con la passione del teatro.

Io ero dietro le quinte: ho scritto, immaginato, costruito, definito e poi ho condiviso, spiegato, corretto e sorriso. Tantissimo. Sì, ho sorriso tantissimo, perché loro (i ‘miei’ loro) sono stati meravigliosi. Durante la preparazione, con impegno, attenzione, rispetto, hanno ascoltato, provato e hanno messo del loro in ogni personaggio, che è fatto di mille sfumature e sfaccettature. E poi in scena. Da lassù, in regia, da quel punto in alto da cui li guardavo e li seguivo passo passo, ho trepidato con loro, mi sono emozionata con loro e, ancora una volta, ho sorriso con loro.

Perché il teatro per me è questo: stare bene, divertirsi, sentirsi al posto giusto e con le persone giuste. E se c’è una cosa che ho capito negli anni, questa magia al pubblico arriva tutta e rende tutto più bello, emozionante, credibile e straordinario (nel senso proprio di extra-ordinario).

E poi, piccola nota a margine, avere sul palco Pietro, mio figlio e Anna, mia nipote, due meravigliosi adolescenti con la vita davanti, mille sogni in testa, mille emozioni nel cuore, è stato, ancora una volta, bellissimo. Vedere come il teatro rompe i confini, di età, di professione, di vita per mettere insieme esseri umani assolutamente diversi ma che imparano a ridere insieme e a sostenersi l’un l’altro è un’esperienza meravigliosa e che mi lascia, ogni volta, con la sensazione di aver fatto davvero qualcosa di bello.

Grazie quindi a Felice, Antonio, Emiliano, Dima, Bianca, Emma, Marta, Natalia, Sofia, Assunta e Caterina che per il momento lasciamo alle loro vite. Con tutto l’affetto del mondo.

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