Non smetto mai di parlare.

Da donna a uomo

Il prossimo uomo che dichiara di essersi innamorato della mia testa vince un pupazzetto di peluche. No, io dico, non crederà certo di essere originale? Lasciamo stare quel verbo ‘innamorato’, soprassediamo e prendiamolo con la dovuta distanza, leggiamolo come quell’invaghimento ormonale che per diventare amore richiede lunghe sessioni di psicanalisi, a determinare se il sentimento provato per il cucciolo di cane entrato nelle nostre vite a tre anni fosse vero amore o piuttosto la proiezione del nostro bisogno di accudimento insoddisfatto. Ecco, appunto, soprassediamo, non c’è tempo per queste discussioni. Vorrei che vi concentraste sull’oggetto del desiderio (o del sentimento appunto): la testa di una donna. Quella parte anatomica che dite di ammirare e per la quale provate un’attrazione in quanto contenitore del cervello pensante che, fino all’esperienza precedente, sembravate evidentemente non credere esistesse. Lusinghiero, forse, ma…mannaggialaputtana (cito a mani basse la cara amica Glice), anche no. Se vi sovviene anche solo l’idea, distogliete lo sguardo e puntatelo altrove. Per una volta, dico una, un uomo che si innamora del mio culo (ops, ho detto ‘culo’) possiamo trovarlo? Sì, certo, non brillerebbe per originalità rispetto alle parte anatomiche gradite dal maschio medio, ma nella mia esperienza sarebbe una variante che proverei volentieri. Oppure, ancora meglio, del mio ginocchio destro? Perché no? Si, il mio culo (ops, l’ho rifatto) non brilla per perfezione, ma il ginocchio non trovo abbia molto da invidiare a tante altre donne, almeno in quanto parte anatomica ben poco indagata e osservata. Ma andrebbe bene anche l’indice della mano sinistra, il gomito del braccio destro, o, se vogliamo scatenare una vera poesia, l’eleganza delle braccia che caricano la lavastoviglie. Avete mai osservato una donna che si destreggia tra i piatti sporchi e deve infilarli nella griglia del cestello, quasi fosse uno di quei giochi da infanti dove ciascuna forma passa per un solo buco? E non fate facile ironia o battute di bassa lega.

Vedete, riflettendo ad alta voce con amiche e appartenenti al gentil sesso, il tema è che la testa è pensante. Ebbene sì, proprio quella parte che vi attrae arriva ad essere presto il problema con cui vi troverete ad annaspare, perché diventa presto fruttifera di concetti e parole, che talora non vi daranno tregua. Pensate bene al silenzio di un ginocchio: lo guardate, lo riguardate, ma anche a distanza di mesi non vi metterà mai all’angolo. Potrà perdere in perfezione o migliorare le sue forme, ma non assumerà mai il comando di una discussione e di un confronto. Continuerà a fare semplicemente la sua parte di reggere, insieme al suo compagno sinistro, il corpo della vostra bella, consentendole anche una mobiità articolata di cui potrete godere…parlo di passeggiate in riva al fiume, serate seduti al cinema…siete sempre maliziosi, lo so. La testa, ahimé, sarà in continuo fermento e quell’intelligenza che vi ha spiazzato la prima volta, facendovi sgranare i vostri begli occhioni, sarà la stessa che vi spiazzerà dimostrandovi di sapere molto di più e molto prima di voi ciò che sta succedendo e non vi consentirà di sottrarvi al confronto. Il dito indice, volete mettere? Al massimo potrà puntarvisi contro, ma, privo di parola e di volontà propria, potrete gestirlo con un gesto galante di baciamano, al quale si piegherà con tutto il resto della mano della proprietaria.

Rifletteteci, è un suggerimento, un consiglio e una speranza. So che le mie tette (ahia, oggi sono veramente ardita) non superano la seconda e non sono oggetto del desiderio comune, ma con loro il confronto non vi metterà mai in discussione. Non godono di arguzia e ironia, ma assolvono al compito per cui sono create con dignità e onore. Io ve le consiglio, anche una alla volta, se proprio la coppia vi mette in difficoltà, ma, vi prego, se proprio è la mia testa che vi interessa, non rimanete spiazzati alla prima domanda pertinente, seppure originale e sicuramente scomoda che riceverete,

Con affetto.

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