Non smetto mai di parlare.

Essere donna

Cara Lorenza,

ti scrivo perché voglio che tu sia, se non preparata, almeno a conoscenza di cosa ti aspetta là fuori nel mondo. Ci saranno giorni in cui il tuo essere femmina ti sembrerà il regalo più grande dell’universo, quando incontrerai i sorrisi giusti e gli occhi che si fermeranno su di te con grazia e rispetto. Ci saranno giorni in cui, in quanto donna, sentirai di possedere il segreto dell’universo, quando deciderai, se lo deciderai – perché ricordati che non c’è obbligo, ma solo volontà – di procreare e scoprirai di poter far crescere una vita dentro di te…un minuscolo pugno di cellule da cui si genererà un nuovo individuo che condividerà con te il patrimonio genetico, pur essendo altro da te. Ci saranno giorni in cui, ancora, saprai con certezza che tuo compito è coltivare il sentimento, l’emotività, l’attenzione e il solo prenderti cura degli altri ti regalerà un senso di appagante soddisfazione.

Ma ci saranno anche tanti altri giorni in cui, nonostante i tempi, gli anni e l’evoluzione sociale dovrai lottare per affermare i tuoi diritti in quanto persona, messi da parte in quanto donna. Ci sarà chi crederà di poter mettere in discussione la tua professionalità e il tuo impegno perché indossi una gonna, porti il rossetto con grazia e sorridi con sicurezza; ci sarà chi avrà la presunzione di decidere del tuo utero e del suo compito perché lo riterrà una sua proprietà acquisita per diritto di nascita; ci sarà chi si sentirà in diritto di dubitare del tuo lavoro perché sei troppo giovane o vesti in modo colorato o hai un fiore che spunta dalla manica; ci sarà chi riterrà di poter delegare a te ogni faccenda che riguarda la gestione di casa perché è così dalla notte dei tempi e il tuo tempo vale meno di altro per poter essere impiegato tra fornelli, lavatrici e rammendo; ci sarà chi ti escluderà dalla corsa perché il primato maschile non può essere discusso e anche il solo tentativo non merita rispetto e tempo speso; ci sarà chi userà la forza per schiacciarti, ferirti, umiliarti, credendo di esserne autorizzato da un cromosoma differente; ci sarà chi ti parlerà sopra, così che la tua voce non si senta, perché riterrà l’arte oratoria un privilegio maschile e quelle femminili chiacchiere senza valore. Ma la cosa peggiore sarà che quando tutto questo accadrà, troveranno scuse per negare che l’unico motivo per cui accade è il tuo essere donna.

Sono certa che arriverà il momento in cui la tua splendida diversità sarà patrimonio da valorizzare e custodire; capiranno il contributo che la tua sensibilità, la tua profondità, la tua bellezza e la tua grazia possono offrire in ogni situazione; accetteranno di condividere primati e successi anche con te; ma fino ad allora ricorda di non rinunciare ad affermare le tue capacità, di non tacere il tuo pensiero, di non sottostare a ciò che non vuoi, di non accettare per semplice opportunismo un ruolo che non senti appartenere alla tua natura, di non soddisfare bisogni altrui per convenzione e tradizione, di non cercare la parità nell’imitazione dell’uomo, ma solo nel riconoscimento della tua identità differente e altrettanto speciale.

Questo avrei scritto alla me embrionale, questo credo sarebbe da ricordare a tutte le donne, figlie, sorelle, amiche, madri, colleghe che ogni giorno si trovano a combattere in un mondo ancora troppo maschilista che, oltre a essere antiquato e vetusto, non sa che potenziale di crescita perde ogni ora.

Questo scrivo, nonostante conosca uomini che rispettano e sostengono me e altre me ogni giorno. Sono però ancora troppo pochi.

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