Non smetto mai di parlare.

God save the Queen

Non so cosa significhi vivere in un paese governato da una monarchia, ma, forse proprio per questo, benché a distanza, l’ho amata moltissimo.

Un amore sbocciato da non molti anni, mi sono lasciata travolgere dai dettagli della sua persona. L’eleganza senza tempo, all’insegna dell’equilibrio e della misura, mai sfacciata né fuori luogo; la cura negli abbinamenti cromatici, con una originalità nell’esplorazione delle tinte da fare invidia alla casa Pantone; la scelta degli accessori mai casuale, ciascuno ricco non solo in pietre preziose e lavorazione, ma anche in ricordi e carico emozionale; il sorriso la cui ampiezza era probabilmente definita con una formula geometrica; il saluto con la mano, rigido ed essenziale, trasformato in meme virale da tanto ne spiccava la personalità.

Lei: l’unica, inimitabile, a capo di un regno durato settant’anni e qualche giorno; a capo di una famiglia vivace e talvolta riottosa eppure perfettamente ammaestrata come davanti ad un domatore di lunga esperienza; a capo di uno stuolo di inservienti, domestici, collaboratori i cui racconti hanno spesso colorato i tabloid di dettagli privati di una sovrana, che sembrava senza tempo, destinata a durare per sempre.

Ma come tutte le favole, che ad un certo punto finiscono, anche quella di Lilibeth è terminata. Oggi, annunciata in codice al neo eletto primo Ministro inglese (un’altra Elizabeth…sarà il caso che proprio al passaggio di testimone della corona ad un uomo, il bilanciamento delle quote rosa venga mantenuto con il Parlamento inglese guidato da una lady salita al potere appena due giorni prima del grande lutto?), annunciata con solennità al mondo intero, la favola della regina più longeva della storia si chiude e ci attendono giorni di celebrazioni e funzioni in mondo-visione, mentre il ben poco amato Carlo prende finalmente il titolo per il quale è nato, pur nella speranza generale di un’abdicazione in favore del figlio William, molto più conforme all’immagine del re sorridente e carismatico con bella moglie al fianco e prole perfetta per le foto di famiglia in posa.

Chiamatemi sciocca sognatrice, ma la dipartita della sovrana mi ha commossa. Chi mi conosce lo sa bene, pur apparendo magari ridicola, ho sempre seguito con curiosità e interesse le vicende della famiglia reale, ho tifato per l’indomita regina, ho letto stralci della sua storia, e mi sono appassionata, divertita ed emozionata come una bambina.

Oggi finisce un’epoca, non ci sono dubbi. Oggi per me finisce un po’ il sogno, non ci sono dubbi.

Grazie Lilibeth, grazie Sua Maestà Elisabetta II.

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