Il 19 agosto ho compiuto 50 anni e ho voluto festeggiarli ‘a modo mio’.
Ho iniziato qualche giorno prima, in barba alla scaramanzia di non festeggiare il compleanno prima della data esatta, con mia mamma. Ho spento una candelina su una bellissima torta di cartone, usata nella festa dei compleanni, con gli auguri cantati in coro da chi condivide con lei residenza ed esistenza.
Ho festeggiato con il mio compagno di vita, al quale, circa un anno fa, ho detto ‘Il mio cinquantesimo compleanno voglio festeggiarlo a New York: vedi di organizzarti’. Conoscendo la mia determinazione, sapeva perfettamente che quel ‘vedi di organizzarti’ non era un obbligo per lui ad esserci, ma una schietta comunicazione che io lo avrei fatto, con o senza di lui. Dopo qualche mese mi ha chiesto ‘Quando partiamo?’.
Così il 19 agosto ero sulll’Edge a New York, a camminare al centesimo piano, su una terrazza sospesa nel vuoto, circondata da una vista mozzafiato.
Quel giorno ho spento 4 candeline. La prima su un croissant per colazione, la seconda su delle crocchette di pollo in cartoccio passeggiando lungo la high line, la terza su un piatto di zucchini noodles e la quarta su una mousse cappuccino e cioccolato in un locale vittoriano, completamente arredato in stile e coperto sulle pareti e sul soffitto da enormi fiori rosa di carta. Insomma uno stile sobrio proprio come piace a me. Poi, se non fosse stato sufficiente, ho ricevuto una quinta candelina, di quelle che fanno le stelline e scoppiettano in omaggio dal ristorante per la ricorrenza e un dolce aggiuntivo…perché si sa: gli zuccheri sono un ottimo coadiuvante dell’umore e la felicità non è mai troppa. Un giorno di compleanno assolutamente bellissimo, durato trenta ore (grazie al fuso orario), fatto di sorrisi, auguri, sorprese, risate, sogni avverati e desideri espressi…insomma le mie ‘SOLOCOSEBELLE’.
Qualche giorno dopo ho poi festeggiato con i due esseri più importanti della mia vita: Pietro e Thomas. I miei due grandi amori, in cima nella scala delle mie priorità e che danno ogni giorno senso, struttura e consistenza alla mia esistenza. Con loro ho spento un’altra candelina, infilata in un roll giapponese, accompagnata da un principio di ‘Buon Compleanno’, dal quale ho però risparmiato tutti accontentandomi di un più sintetico ‘Auguri’. Poterli guardare in tutta la loro bellezza e in tutta la loro diversità, godere della loro attenzione (ovviamente prenotata con largo anticipo) per un paio d’ore e ricevere anche un regalo, anzi ben due (anche questi prenotati, anzi ordinati, con largo anticipo), è il miglior augurio che la vita possa farmi.
Infine, tra pochi giorni festeggerò con tutte le amiche di una vita, chiamate a raccolta per l’occasione, perché ho sempre detto che i 50 anni meritano una festa. Sono le amiche di una vita perché si mescoleranno amiche che conosco da oltre trent’anni, anzi, quasi quaranta, amiche che conosco da poco più che qualche mese, amiche che frequento assiduamente, amiche che sento quasi quotidianamente, amiche che restano sempre anche con la distanza di tempo e di spazio, amiche con cui ho riso (tanto e anche tantissimo) e amiche con cui ho pianto, amiche di cui conosco i silenzi, la fatica, la paura, la fragilità e la forza, amiche che…Wonder woman spostati pure, amiche che si ostinato ad amare il color ruggine o, peggio ancora, il tortora o il beige, ignorando deliberatamente i miei consigli sottovoce di direzionare lo sguardo altrove. Non le ho ancora viste, ma so che tutte cercheranno di accontentare la mia richiesta di essere ‘in fiore’, perché per fiorire ogni occasione è buona e vorrei ricordare a tutte quanto sono belle, meravigliose e uniche e, soprattutto, quanto rendono assolutamente unica e speciale la mia vita, arricchendola con la loro esistenza.
P.S. (ad uso e consumo di chi deve ancora arrivare alla veneranda età o di chi già ci è arrivata, ma non ne gode in pieno)
Cosa significa per me avere cinquant’anni
Dire di ‘no’ quando una cosa non mi va di farla. Con gentilezza, ma declinando inviti che non fanno per me, misurando tempo ed energie.
Scegliere con chi trascorrere il tempo, non secondo convenienza, opportunismo o per riempire dei vuoti, ma per godere al massimo della compagnia di chi voglio accanto nella vita.
Cogliere le opportunità quando si presentano, senza rimandare ad un domani che poi magari non arriva mai.
Ascoltare, tanto, prima di parlare. E poi riflettere, elaborare, empatizzare e solo allora parlare. Non è una promessa di sintesi, che non mi appartiene, ma di avere un distillato verbale di alta qualità.
Mettermi tanta crema idratante.
Viaggiare il più possibile. Ovunque se ne crei l’opportunità per avere davanti orizzonti diversi che siano di stimolo per la mia mente e il mio cuore.
Rispettare le regole, ma non piegare la testa davanti alle consuetudini. Con l’attenzione dovuta a non ferire gli altri, lasciare libertà al mio modo d’essere.
Essere consapevole che il tempo che ho davanti, con un’altissima probabilità, è minore di quello che ho alle spalle. Quindi godermelo al massimo.
Fare tesoro del passato, guardarlo con la coscienza che sono le mie radici, le mie fondamenta, tutto ciò che mi fa essere quella che sono oggi e, per questo, amarlo in toto senza discriminazioni.
Sorridere, il più spesso possibile.
Nella mia vita, scegliere quali cose possono essere considerati problemi: il resto ‘è noia’.
Accogliere con un sorriso di comprensione profonda tutti i clienti, specialmente ingegneri, manager, commerciali che da grandi avrebbero voluto fare i grafici e pensano di saperlo fare pure bene e meglio di me. Non sanno che ho scelto di non fare il loro mestiere proprio per non diventare come loro.
Imparare a bere di più.
Seguire le mie passioni selezionando con attenzione tutto ciò che ci può stare e scartando quello che è troppo: per essere felici bisogna avere il tempo per accorgersene.
Amare il più possibile.
Coltivare le relazioni, con cura, attenzione e presenza.
Far stare bene le persone a cui voglio bene, in un’accezione vasta e con un’inclusione ampia. Non per un anelito alla santità, ma perché fa star bene anche me.
Vestirmi a colori o di nero assecondando l’umore e non la convenienza.
Ricordarmi che i miei muscoli, le mie ossa, i miei organi, il mio corpo hanno cinquant’anni come me e devo prendermi cura di loro.
Seguire il mio modo per essere felice e trasmetterlo agli altri, perché, alla fine, la vita non sarà mai perfetta, al massimo bellissima.
E va bene così.