Non smetto mai di parlare.

Today is my day.

Oggi è il mio giorno. Sono quelle ventiquattro ore che voglio solo dedicate a me, in cui la priorità voglio che sia la mia felicità. Ventiquattro ore in cui spostare di un singolo posto verso il basso tutto ciò che occupa la mia vita, per fare spazio alla festa, alla ricorrenza, agli auguri. Ventiquattro ore in cui vorrei dimenticarmi ciò che devo fare per sostituirlo con ciò che voglio fare. Ventiquattro ore in cui mi metto in attesa e ascolto chi ha la voglia e il tempo di dedicarmi un pensiero, un saluto, un bacio, un ricordo, un augurio, un abbraccio, un regalo o un semplice ‘ciao’.

Oggi è il mio giorno. Ogni anno ricorre. Nel mezzo del mese più caldo. Quello che detestavo da bambina perché non c’era mai nessuno per festeggiare: chi era al mare, chi in montagna, chi in vacanza comunque lontano e finiva che la festa non la si poteva mai fare. Ogni anno arriva puntuale (quando non sarà così fortunatamente non avrò parola per lamentarmene) e io apro gli occhi con gioia. Chissenefrega dell’anno in più che ho accumulato e dell’età che cresce.

Oggi è il mio giorno. Ho comprato una confezione di candeline colorate e me le porto in giro, pronta ad accenderne una appena se ne presta l’occasione. L’età mi concede il lusso di non dover aspettare nessuno che mi festeggi, ma di poterlo fare anche da sola senza sentirmi ridicola. Pianto la candelina sulla torta, chiedo da accendere alla ragazza accanto che mi sorride e mi augura happy birthday, e spengo la candelina in un soffio con un sorriso che dedico alla vita che ho.

Oggi è il mio giorno. E lo festeggio con entusiasmo grazie al consuntivo ancora una volta positivo che posso tirare dopo gli ultimi 365 giorni. Ho due figli che adoro (e che, a loro modo forse, mi adorano altrettanto); ho una madre che resiste (e che mi costringe a ripensarmi come figlia ad ogni incontro e ad un dialogo sempre serrato con me stessa); ho un piccolo (ma preziosissimo) numero di amiche a cui voglio sinceramente bene e che stimo, ciascuna per ciò che di speciale ha e ciò che di speciale porta nella mia vita, anche solo occasionalmente perché la vita è sorprendentemente complessa; ho un bel gruppo di colleghi e clienti che rendono il mio lavoro talvolta anche divertente e sicuramente meno faticoso grazie all’amicizia che stempera l’impegno; ho una famiglia, non di origine ma costruita strada facendo, composta da chi ho scelto io e tengo stretto nonostante la vita cambi direzione, che attenua il senso di solitudine per una nascita con poche radici; ho un amore, che coltivo (o almeno ci provo) e al quale affido una manciata di sogni e speranze per il futuro. Ma non solo.

Oggi è il mio giorno. E io sorrido. Anche se qualcosa di diverso lo vorrei, qualche chilo in meno, qualche sogno in più (accidenti alla mia ostinazione a tenere i piedi per terra), un po’ più di leggerezza e semplicità, un po’ meno disincanto e un po’ più di stupore. Ma sorrido. E questo è già tanto. È un regalo, una fortuna, ma soprattutto una conquista. La mia. Anche oggi.

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