Non smetto mai di parlare.

Un treno perso

La scuola riprenderà a settembre, il 14, sì, ma la sensazione che sia stato perso un treno che avrebbe potuto condurla su nuovi binari è molto forte. L’occasione di ripensarsi, ricostruirsi, o almeno di mettere le fondamenta per una nuova crescita ho la triste idea che non sia stata colta, ma, ancora una volta, si lavori in emergenza tappando buchi e falle (almeno le più evidenti) pur di arrivare al punto di partenza. Certo, tutte le famiglie (me compresa) non desiderano altro che vedere i propri figli rientrare in classe a fare scuola ‘in presenza’, ma vedere che per farlo si gioca a tris con numeri e spazi pur di piegare il metro quadro alla conformità alle norme è molto triste. Certo, tutti i soggetti coinvolti stanno alacremente lavorando di matita, squadra, calcestruzzo e pennello perché tra una bocca e l’altra non intercorra un centimetro in meno di quello concesso, riducendo banchi e cattedre, forse nella speranza che l’anno complesso rallenti la crescita di bambini e ragazzi che magari potranno occupare un po’ meno spazio così che i conti tornino meglio. Certo, si lavora sugli orari, di ingresso, di uscita, di permanenza, perché non ci si incontri, non ci si affolli, non ci si scontri, confidando che quell’area di sicurezza individuata nei 4 metri quadri ad alunno diventi spazio di crescita sufficiente. Che l’edilizia scolastica sia, per lo più, vecchia e inadatta alle esigenze dei bambini e dei ragazzi di oggi credo sia un dato condiviso…ecco che oggi si arrivi a dire, non solo che è adatta e sicura (secondo i regolamenti della sicurezza istituzonali) ma addirittura garantisce il distanziamento sociale come mezzo preventivo, ecco, permettetemi di dirlo, mi sembra un po’ una buffonata. Che poi personalmente non creda che venti centimetri di più avrebbero fatto la differenza o che altri venti in meno avrebbero reso tutto così potenzialmente pericoloso, questa è una mia opinione personale che resta tale e si ferma davanti a chi sottoscrive o sottoscriverà che le aule sono a norma di sicurezza sanitaria e ambientale e quindi tutti gli alunni potranno tornare al loro posto. Ecco, a fronte di questo modo di rimestare la stessa minestra che ci viene propinata da anni, temo che avverrà la stessa cosa nell’approccio educativo che, a sua volta, andrebbe ripensato e rimodellato a fronte di quanto è successo. Mi dispiace vedere che l’occasione reale per migliorare non venga colta, ma semplicemente aggirata per ritrovare il bel mondo perduto. Per carità, c’è tanto di bello in quello che c’era, ma c’è anche tanto che meritava di essere cambiato e quale occasione migliore di una ripartenza reale condivisa su tutto il territorio? Come sempre è tutto lasciato al buon cuore e all’impegno di singoli docenti che fanno del loro lavoro una missione…e beati gli studenti di questi docenti, per gli altri si navigherà a vista, come sempre è stato e, a quanto pare, non c’è lockdown e pandemia che funzionino a metterci mano con serietà.

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