No mamma, sono venuta domenica. No mamma, non è vero che non sono venuta. No mamma, non ti racconto delle balle, che motivo avrei di raccontartele, potrei semplicemente dirti che non sono venuta scegliendo di rilassarmi, boccheggiante per il caldo, sul divano tutto il pomeriggio. Ma mamma non ti ricordi che ti ho portato il gelato? Crema e cioccolato proprio come piace a te. Poi ti sei lamentata perché non sono riuscita a trovare una bacinella per farti lavare le mani… lo so, per me avertele pulite con i tovaglioli era sufficiente, ma tu volevi l’acqua e io non sono riuscita a dartela. No mamma, non ti avevo detto che sarei venuta oggi, ma ti avevo detto che sarei venuta in settimana con Pietro. Sì mamma, domani vengo. Domattina veniamo tutti e due. Un testimone? Va bene mamma, come vuoi, cercheremo un testimone che possa vedere che sono lì davanti a te, ma poi possiamo avere tutti i testimoni del mondo che ti ricordino che io sono venuta, ma se tu penserai che io non sono venuta, anche la migliore testimonianza del mondo non potrà nulla contro la tua testa. No mamma, non sto dicendo che sei cretina. Non mamma, non ti sto dicendo delle balle. Non lo so perché ti hanno detto che non sono venuta, ma a chi l’hai chiesto? Alla tua amica? Alla signora carina che, dopo più di quindici volte che mi ha vista, ogni volta che arrivo ti chiede ‘ma questa chi è’? E tu le dici che sono tua figlia e lei mi chiede di abbassare la mascherina e mi dice quanto sono bella. Tutte le volte, non ne sbaglia una. Sembra uno di quei film in cui il protagonista rivive la stessa giornata all’infinito. Stesso sorriso, stesse parole, stessi gesti. Ah non l’hai chiesto solo a lei. Va bene mamma, ma non importa. Io domenica sono venuta. Poco dopo le quattro e sono andata via poco prima delle sei. Non è nulla, lo so, ma è quello che dopo più di cinque anni riesco ancora a fare, dire, provare. (No, questo non te l’ho detto). Ti ricordi mamma del gelato? Sì, e dopo mi hai letto un articolo in cui si parlava di come restare in forma a cinquant’anni e poi io ti ho letto quel libro che parlava delle ‘donne valorose’: le donne a cui hanno intitolato le rose. Abbiamo letto di Ilaria Alpi e poi di di quell’altra… ti ricordi come si chiamava? La ballerina del vaudeville, quella dalla vita straordinaria. Ti ricordi mamma? Ecco bene. No mamma, era domenica, poco più di un giorno fa.
Non mangi da una settimana? E mamma, perché non mangi? Non ti piace nulla? Ma i passati di verdura ti piacevano. Ah, non c’era il passato e la minestrina non te l’hanno voluta dare. Ho capito mamma, vedrai che stasera qualcosa che ti piace lo troverai. No mamma, lo so che se non ti piace non lo mangi, è una vita che la tua alimentazione è fonte di discussioni per me e per il tuo intestino (no, anche questo non te l’ho detto), ma se provi a chiedere qualcosa che ti piace sono sicura che faranno il possibile per accontentarti. Non interessa a nessuno che tu non mangi? Non ci credo mamma. Sì mamma, lo so che sei dimagrita. (E lo so che se ci fossimo sentite dopo cena non mi avresti di certo detto di aver mangiato il passato di verdure, due porzioni di pesce al forno, il purè, mezzo panino e la frutta, ma io lo so e questo mi basta). No mamma, non ti racconto delle balle. Mamma fa come vuoi, ma credo che tu non abbia alcun vantaggio a continuare a pensare che io ti racconti delle balle, finisci solo per arrabbiarti. No mamma, non penso che tu sia cretina, al massimo la cretina sono io che ancora, dopo tanto, mi illudo di poter intavolare discussioni sensate con una mente che è un colabrodo e trattiene troppo poco del presente e troppo del passato, in una rattatouille di ricordi conditi con rabbia e stizza.
No mamma, sono venuta domenica. No mamma, non dovevo venire oggi. Sì mamma, vengo domani. Sì mamma vengo e ci incontriamo davanti a testimoni, giudice e giuria che possano assolvere me dall’accusa di figlia ingrata, assente, menefreghista, ballista e te da quella di madre abbandonata, ingannata, raggirata, inascoltata. Nel processo nella tua testa. Almeno per un giorno. Almeno per qualche ora.
Sei una figlia speciale