Non smetto mai di parlare.

Della mancanza

A poco meno di un mese inizio ad avere delle risposte. Sì mi manchi, ma no, non mi manchi più di prima. Questa sensazione di mancanza mi ha accompagnata negli ultimi anni a tal punto da diventare parte del nostro stesso rapporto. Anzi, forse terribile a dirsi, adesso è minore di prima la mancanza, perché in qualche modo giustificata dall’assenza totale. Prima c’era un’assenza nella presenza e faceva male.

Ho comprato due paia di orecchini e so che te li avrei fatti vedere indossandoli alla prima occasione di visita. Te li avrei descritti nel dettaglio, trasmettendoti l’entusiasmo per ciò che è bello, ne avremmo parlato e nell’ora, o poco più, in cui saremmo state insieme, saresti ritornata sulla loro originalità più volte. Anche a sproposito, mentre gli argomenti erano altri, seguendo il girovagare della tua mente. E allora ne avremmo riparlato, aggiungendo dettagli o ripetendo semplicemente gli stessi. E ti avrei salutata contenta di quel micro-pezzetto di vita condiviso, che ti avrebbe resa felice. Quindi, sì, mi manchi, perché i miei begli orecchini nuovi non ho nessuno a cui farli vedere intessendoci sopra un vero racconto. Quindi però, anche no, non mi manchi più di prima perché a me, da tutto quello, rimaneva l’amaro in bocca di non darti altro che briciole di vita, frammenti accuratamente selezionati perché non facessero male.

Ciao mammola.

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