E’ il ‘mai più’ che mi fa paura.
Quando lo sento arrivare, lo scorgo tra le pieghe dei pensieri, fuggo immediatamente lontano, distraendo la mia mente, appoggiando lo sguardo altrove, rivolgendo l’orecchio alla hit che diventerà il tormentone estivo.
Mi domando se, prima o poi, dovrò invece rimandere a guardarlo quel ‘mai più’, lasciargli il tempo di formulare un pensiero completo e lasciare a me il tempo per assorbire tutta la nostalgia e la malinconia che ne derivano. Lasciare che quello spasmo del respiro si compia e il mio corpo trovi le risorse per recuperare ossigeno.
Per il momento scelgo di giocare d’anticipo e lascio alla mia pronta autodifesa di fare il suo lavoro da bodyguard e spostarmi dal potenziale pericolo. Scelgo di dare al tempo il suo spazio di lavoro e consolidare l’abitudine dell’assenza definitiva.
‘Mai più’ potrò darti una carezza, ‘mai più’ potrò raccontarti dei ragazzi, non ci saranno ‘mai più’ borse abbinate alla stagione, maglioni azzurri, camicie a fiori, ‘mai più’ ore passate a osservare la natura che si risveglia e germoglia, ‘mai più’ foto da condividere.
Ma non ci saranno anche ‘mai più’ rabbie inutili, ‘mai più’ sofferenza per una vita incompleta, ‘mai più’ desideri insoddisfatti, ‘mai più’ dolori, passi impossibili, movimenti difficili, occhiali insufficienti, fazzoletti rubati.
Scelgo di concentrarmi sui secondi, forse per mancanza di coraggio, forse perché dove non c’è soluzione diversa scelgo sempre di stare nel flusso della vita senza opporre resistenza e lascio scorrere. Recupero il ricordo delle ultime carezze che ti ho dato, le sento nel palmo della mano, guardo la tua foto sorridente e accendo la musica aspettando il sole.
Buona giornata mammola.