Sai mamma, ti devo ringraziare perché averti salutata, ormai sono quasi due mesi, ci ha uniti. Ci ha fatto ritrovare il senso di famiglia. Parlo di me e dei ragazzi, i tuoi adorati nipoti, quegli splendidi esseri umani che riempiono la mia vita. E’ difficile da spiegare a parole, è una sensazione, ma forte e concreta, è come se quell’essere in tre fosse stato, fino a quel momento ‘prima’, un essere in quattro meno uno, quindi qualcosa che funzionava, anche bene, ma incompleto. ‘Dopo’ è diventato invece la somma di tre unità che si potenziano a vicenda. E’ stata l’occasione per ritrovare l’affetto, l’amore, la gentilezza, la cura, l’attenzione, nei gesti e nelle parole. E’ stata l’occasione per guardarsi dentro e lasciare indietro aspettative dall’esterno, imparando che ciascuno ha il suo ruolo ed essere figli non è solo ‘avere’, ma anche ‘dare’. E’ stata l’occasione per recuperare la pazienza nell’accettarsi diversi e comprendere che quell’accettazione è fatta di passi avanti e mani tese che devono venire da entrambe le parti. E’ stata l’occasione di parlare di più, a volte tanto. E’ stata l’occasione per sentirsi famiglia e forti di un legame che sarà per sempre, al di là di ogni confine geografico, al di là di ogni altra relazione che arricchirà le nostre vite. Non ci sono unicorni rosa o arcobaleni colorati da percorrere, polvere di stelle a irradiare le giornate o alberi di marshmallow lato strada, ma c’è un sentire più morbido, un’attenzione a tirare il freno prima che la parola che fugge veloce dalla bocca scappi al controllo, un ti voglio bene in più e uno sguardo di rabbia in meno, una consapevolezza della presenza dell’altro come essere vivente e non come sasso da calciare, lanciare o semplicemente ignorare. Sono tutte sfumature, perché certo l’amore che unisce Pietro, Thomas e me non è mai stato fonte di dubbio, ma talvolta anche solo le sfumature possono fare la differenza.
Quindi, grazie.