Non smetto mai di parlare.

L’attesa finita (cambiato da Pietro in: Epopea di una madre dalle scelte impopolari).

Ho un difetto enorme, se credo in una cosa ci metto tutta me stessa per portarla a termine. Non è un difetto, dite? Bé, provate a chiederlo a mio figlio Pietro che domani, giorno del suo quattordicesimo compleanno, riceverà il suo primo smartphone. Non un giorno prima, non un giorno dopo. Al fianco di amici e compagni di classe che già dalla prima media maneggiavano smartphone dalle mille funzioni e pronti a comunicare con il mondo (seppure privi della maturità necessaria) ha percorso i tre anni di medie nell’attesa di poter ricevere il suo. Non un giorno prima, non un giorno dopo la fine delle medie. Il suo compleanno, che cade a fine anno scolastico, ha poi determinato la data esatta in cui questa (quasi) cerimonia sarebbe avvenuta. Oh, intendiamoci, nessuno smartphone acquistato: un riciclo (seppure dignitosissimo e di cui si dice contento) di un mio veccho iPhone ritirato fuori per l’occasione.

Lo ha sempre saputo, dal giorno in cui il primo smartphone è comparso nelle mani di qualche suo amico, lui non lo avrebbe avuto fino alla fine delle medie. Oh, intendiamoci anche in questo caso, non l’ho lasciato privo di strumenti di comunicazione con il mondo: è stato dotato a metà prima media di un cellulare Brondi, privo di connessione a internet, ma perfettamente funzionante per chiamare al bisogno… visto che avrebbe iniziato a fare avanti e indietro dal conservatorio da solo in autobus. Sì, lo ritenevo sufficientemente maturo per muoversi, secondo tempi e mezzi concordati, in autonomia in città, ma non sufficientemente maturo per avere in mano una piattaforma di gioco, svago, dispersione di tempo ed energie assolutamente non necessaria alla sua età. Oh, intendiamoci ancora una volta, alla fine della prima media l’ho dotato anche di un suo portatile, piattaforma Mac con pressoché nulle possibilità di installazione giochi, ma con un’enormità di possibilità formative, di cui ha fatto un ottimo uso in questi anni.

Ebbene sì, oggi posso dirlo: ce l’ho fatta io e ce l’ha fatta lui. E’ sopravvissuto, magari non sempre benissimo, ma se guardo al risultato è sopravvissuto molto bene e domani gioirà come forse mai gli è capitato a ricevere una cosa che ha così tanto lungamente desiderato e atteso.

L’altro giorno gli ho chiesto ‘Allora, ci siamo. Com’è stato? Hai capito perché l’ho fatto?’. E lui, con grande onestà e franchezza mi ha detto ‘Sai mamma, all’inizio ti ho odiata. Il primo mese, non di più. Poi mi sono rassegnato. Tanto sapevo che nessuna battaglia che avessi intrapreso sarebbe stata utile a ottenere prima qualcosa. Ecco, sì, credo di aver capito perché l’hai fatto… e comunque ho capito bene che non mi serviva, non era così indispensabile come all’inizio mi sembrava. Ti voglio bene mamma.’

Per chi se lo chiedesse (o lo volesse sapere) ho scelto di ‘privarlo’ di questo strumento così lungamente perché non lo ritenevo necessario e fonte anzi di limitazioni, controlli, supervisioni da mettere che avrebbero generato scontri e discussioni (francamente inutili, proprio perché inutile alla sua età quello strumento). Mi sono voluta rendere la vita più facile? Anche, ma soprattutto mi sono assunta io il peso di una scelta. Non ho delegato a lui il compito di scegliere quale contenuto fosse adatto o non adatto a lui, non ho chiesto a lui di controllarsi, contenersi, gestirsi tempi ed energie in una fase di crescita in cui è già tanto che sappiano gestire i lori bisogni fisiologici (sì, parlo di cibo e pipì). Ho scelto di evitargli un utilizzo potenzialmente sbagliato di strumenti di comunicazione, che la legislazione stessa dice non essere idonei a ‘esseri’ di età inferiore ai 14 anni. Non gli ho dato in mano la chiave di accesso ad un mondo per cui, non per mancanza di maturità – credetemi – ma per naturale sviluppo cognitivo, non poteva essere pronto. Oh, intendiamoci, non considero mio figlio meno maturo dei suoi coetanei, anzi, in molti casi mi dà prova di esserelo molto di più (e questo suo modo d’essere, come spesso gli ho detto, ha decisamente giocato a suo svantaggio, dimostrandomi di essere sulla strada giusta anche con scelte educative controcorrente), ma questo non fa di lui un uomo adulto (per fortuna). Credo nella gradualità degli apprendimenti e delle esperienze, ed è quello che ho voluto per lui. Per chi lo conosce, sa bene che non ho tirato su un figlio isolato dal mondo, è avanti anni luce: ha competenze, curiosità, passioni e tantissime relazioni sociali che trascendono età e genere, con la capacità, più unica che rara, di affrontarle in modo adeguato all’età.

Non gli ho evitato gli inciampi (che servono a crescere): ha fatto errori e ricevuto conseguenti punizioni. Ciò di cui vado fiera è che gli sono madre, non amica, e lui lo sa e scherza con me in modo arguto e divertente, sempre senza dimenticare il rispetto reciproco e senza travalicare i ruoli che ci permettono di essere punto di riferimento l’uno per l’altra.

6 commenti su “L’attesa finita (cambiato da Pietro in: Epopea di una madre dalle scelte impopolari).”

  1. Sai che ti stimo tantissimo per questa scelta. Ogni giorno mi pento di aver capitolato ben prima.
    Pietro è un ragazzo eccezionale (nel vero senso del termine), sicuramente per sua natura, ma tanto anche grazie a te.
    Un abbraccio al 14enne e alla sua super mamma 😘

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  2. Bene, quindi da oggi youporn come se piovesse!!! A parte gli scherzi. Mi piace leggere il tuo entusiasmo nel raccontare il vostro rapporto di madre e figlio, del rispetto che porta Pietro nei tuoi confronti. Ma da padre che ha un ricordo vivissimo delle stesse sensazioni, ti dico attenta: il peggio deve ancora venire. Dai 14 in poi si scatenano dei meccanismi incomprensibili (anche se un tempo lontano hanno travolto pure noi) che cambiano radicalmente le regole del gioco. Ti auguro davvero che Pietro possa essere un’eccezione. Ma mai abbassare la guardia; e soprattutto non prendertela se qualche volta non sarà arguto e divertente come adesso. Preparati al peggio, che se poi non arriva sarà un grande sollievo.

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