Non smetto mai di parlare.

Ricollocare

Oggi Mirko è stato ricollocato. Adesso è con te. Mi è servito un attimo di tempo per mettere in fila tutto, ma adesso siete insieme e io concludo la giornata sorridendo con la leggerezza di cuore di chi sa di aver fatto una cosa giusta. Tu non sei sola, lui non è solo e anche se so che siete in un posto ben più bello del nostro cimitero cittadino, sapere di essermi presa cura di ciò che di voi è rimasto qui e di averlo fatto nel rispetto dei vostri desideri mi fa pensare di aver fatto del mio meglio, anche oggi.

Chissà se adesso, che tu e Mirko siete riuniti, nella tua testa ridaresti il ruolo che spetta a mio padre. Me lo sono domandata mentre passeggiavo tra i vialetti di San Cataldo. Giace a poca distanza da voi: sono andata a trovare anche lui stamattina. Tu sei nella parte nuova del cimitero, lui in quella vecchia, tu al piano più alto, lui in quello più in basso (i posti al cimitero si scelgono anche per costo e la fatica di alzare o abbassare la testa viene scontata nel prezzo dell’affitto). Non c’è una gara nell’affetto, anche perché se ci fosse tu la vinceresti a mani basse: il legame che ci ha unite non teme confronti, pur nella consapevolezza di tante mancanze, errori, colpe non ammesse, dolori provocati e faticosamente digeriti. Ma ho avuto anche un padre e molte volte, soprattutto negli ultimi anni, mi sono sentita di doverti ricordare che nulla aveva a che fare con Mirko, al quale, nella tua testa, invece attribuivi anche la mia nascita. Mirko è stato per me uno zio meraviglioso, una presenza importante e che ha arricchito la mia vita e la mia crescita grazie alla sua presenza, con cultura, stile, gentilezza e profondo affetto, ma mio padre si chiamava Renzo e, pur non sapendo dire quanto abbia arricchito la mia vita e la mia crescita, sicuramente a lui, come a te, devo la mia vita e, seppure in modo maldestro, manchevole, effimero e fugace, talvolta rabbioso e inadeguato mi è stato padre e credo sia giusto, oggi più che mai, ricollocarlo nel posto che gli spetta, anche solo per ricordarci che avrebbe potuto fare meglio. Ma tutti sbagliamo.

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