Non smetto mai di parlare.

Capisco.

‘Non capisco’. Ore 16:20. ‘Mamma adesso provo a parlare più forte così mi senti meglio’. ‘Non capisco’. ‘Mamma ascolta. I bimbi sono andati in montagna così stanno al fresco’. ‘Io non capisco. E’ inutile che tu dica che non è vero, perché io non capisco e se non capisco non capisco.’. ‘Mamma lo so, capisco (io sì) che fai fatica sentirmi. Qui siamo in tanti e se parliamo in contemporanea le voci si accavallano e si fa fatica a sentire bene. Ma mamma, proviamoci dai.’. ‘Io non capisco. E’ inutile. Io non capisco niente, quindi è inutile che tu parli’. ‘Mamma, quindi cosa devo fare? Vado via? Non ho soluzioni. Dai proviamo ad impegnarci. Io alzo la voce e tu prova concentrarti su quello che ti dico. Guarda mamma, ti ho portato dei sandali. Rossi. Sono belli, ti piacciono?’. ‘Sì. Il colore è bellissimo. Ma mi vanno bene?’. ‘Direi di sì mamma, ma poi li provi e se non vanno bene li cambiamo’. ‘Io non capsico’. Ore 16:30. ‘Mamma, ho detto che se non ti vanno bene, poi li cambio, non ti preoccupare. Così li hai anche rossi, oltre a quelli neri, bianchi e azzurri che ti avevo già portato.’ ‘Eh? Cosa? Non capisco.’. ‘Mamma, così, con questi, hai un altro paio di sandali da usare, oltre agli altri che ti avevo già portato e che ti piacevano tanto’. ‘Ma mi vanno bene?’. ‘Direi di sì mamma, ma poi te li fanno provare e se non vanno bene li cambio.’ ‘Me li fai provare?’. ‘No mamma, adesso non posso, devono prima igienizzarli per farteli provare e darteli in camera’. ‘Perché non posso provarli?’. ‘Mamma, per darti le cose devono prima essere igienizzate, porta pazienza mamma.’ ‘Oh, io non ti capisco. E’ inutile che parli, tanto non capisco.’ Ore 16:35. ‘Mamma, così mi senti? Mi metto più avanti possibile così magari mi senti meglio.’ ‘E’ inutile che dici che ti capisco, io non ti capisco.’ ‘Mamma, ma io non dico che mi capisci, lo so che fai fatica, ma non ho una soluzione se non cercare di parlare più forte e stare più vicina possibile’. ‘Ma io non capisco perché l’altra volta non c’era tutto questo e ti capivo.’ ‘Mamma l’altra volta eravamo in giardino e non c’era nessuno intorno a noi, quindi riuscivi a sentire meglio. Oggi il tempo non è bellissimo e così siamo qui dentro, ma vedi che c’è una signora lì…e anche lei non ci sente e ci vuole pazienza.’ Ore 16:40. ‘Rifammi vedere i sandali.’ ‘Certo mamma, eccoli. Guarda, sono di un bel rosso, come piace a te.’ ‘Sì il colore è bellissimo. Ma mi vanno bene?’ ‘Credo di sì mamma, ma poi li provi e se non vanno bene li vado a cambiare, non ti preoccupare.’ ‘Non capisco, niente, non capisco niente di quello che dici.’ ‘Niente mamma, dicevo che sono rossi.’ ‘Sì, il colore è bellissimo. Ma mi vanno bene?’. ‘Credo di sì.’ ‘Ore 16:45. ‘Mamma, devo andare, il tempo della visita è terminato. Vedrai che presto le cose miglioreranno e potremo stare un po’ più vicine così sentirai tutto meglio e mi farai vedere le riviste e potremo chiacchierare con calma e andrà tutto bene.’ ‘Io non capisco. E’ inutile che parli, tanto non capisco.’ ‘Mamma non importa, ci sentiamo domani. Mandami un bacio. Ti voglio bene mamma.’

1 commento su “Capisco.”

  1. Mia madre ha sofferto di demenza senile, oggi purtroppo non c’è più. I tuoi racconti, che sono drammatici (e lo dico perché so per esperienza personale cosa si vive in quei momenti) hanno però un ingrediente che li rende allo stesso commoventi e quasi ironici. Quanta verità nelle tue parole, quanta frustrante incapacità di uscire dal circolo vizioso delle loro convinzioni.
    Un grosso abbraccio.
    Mi hai fatto commuovere.
    Katia

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